lunedì 4 maggio 2015

IL KARATE COMBAT. DALL'ESORDIO AL FESTIVAL D'ORIENTE ALLA COPPA DEL MONDO DI SAN MARINO

Dopo il grande successo dell’esordio del Karate Combat al Festival d’Oriente di Torino di fronte a migliaia di visitatori, ora la nazionale italiana si appresta a partecipare alla Coppa del Mondo di San Marino il prossimo weekend, 2-3 maggio.

La dimostrazione del 22 marzo al Lingotto Fiere ha suscitato un fortissimo interesse da parte del foltissimo pubblico presente e le sequenze di tecniche eseguite dalla rappresentativa piemontese ha lasciato tutti a bocca aperta per la rapidità e l’efficacia di questa arte.

Si tratta di un’evoluzione del karate tradizionale, con un'impostazione prettamente marziale e al tempo stesso estremamente molto reale. Meno movimenti coreografici, con tecniche che garantiscono massima potenza ed efficacia.
Ha origine dal bogu kumite utilizzato ad Okinawa dai militari giapponesi che combattevano in tornei, poi adottato dai marines americani che avevano le basi in Giappone. Da qui venne esportato negli Stati Uniti e trasformato nei più noto Full Contact.

Il Karate Combat trae dai kata (ovvero i combattimenti immaginari con più avversari, da eseguire nel vuoto, senza contatto) le tecniche di autodifesa applicabili in una situazione di pericolo reale.
Tra le caratteristiche principali: l'impostazione rigorosamente sagittale nell’attacco di pugno e la difesa a mani nude da attacchi di corpi contundenti e armi bianche (bastoni, bottiglie di vetro, coltelli).

Pertanto, il Karate Combat non è propriamente una nuova arte marziale, ma la naturale evoluzione di metodi di combattimento e di autodifesa che si sono trasformati e plasmati nei decenni a seconda dei contesti e delle situazioni in cui venivano adottati: dagli scenari di guerra, ai campi di addestramento militari, alle competizioni sportive, fino alle situazioni reali di pericolo di vita.

Dalla teoria alla pratica, chi vorrà potrà vedere coi propri occhi tutto questo al Palasport – Repubblica di San Marino il 2 e 3 maggio: la FIKM  (Federazione Italiana Krav Maga) non poteva mancare a un evento che richiamerà gli affiliati da tutto il mondo.
Migliaia di atleti provenienti dalle diverse nazioni, europee ed extra, si confronteranno con avversari di altissimo livello per valutare veramente le proprie abilità e i metodi di allenamento.
In occasioni come questa non ci sono vincitori né vinti, ma solo atleti che daranno il meglio di sé al grido di “Armati solo del nostro coraggio” (così recita il motto del Karate Combat).


Per informazioni basta collegarsi alla pagina Facebook https://www.facebook.com/pages/Nazionale-Italiana-Combat/689552087825225?sk=timeline



mercoledì 12 marzo 2014

TROPPI INCIDENTI CON LE ARMI DA FUOCO... SAPETE COS'E' TUTIUS?

E' di pochi giorni fa la notizia di un giovane di 27 anni che, intento a pulire il suo fucile, ha inavvertitamente fatto partire un colpo dall'arma. Ora è in condizioni gravissime all'ospedale pugliese "Santissima Annunziata" dopo che il proiettile gli ha perforato l'addome.

L'elenco di casi simili, il più delle volte con esiti mortali, è lunghissimo a dimostrazione del fatto che questi episodi non capitano solo in america. E non si parla solo di armi da caccia, utilizzate per diletto da amatori più o meno esperti, ma anche di armi in dotazione alle forze di polizia utilizzate per esercitazioni, e anche per sport, come il tiro al bersaglio o al poligono di tiro, oltre a tutte le guardie di agenzie private e vigilantes che possiedono e conservano in casa un'arma da fuoco.

Potrebbe a tal proposito essere provvidenziale, oltre che geniale, l'invenzione del Tutius, un sistema di sicurezza per armi a canna lunga sottoposto a brevetto, che può segnare una svolta e dare una concreta speranza agli appassionati del settore evitando che imperizia e distrazioni nel maneggiare un fucile possano diventare letali o creare danni irreparabili all'uomo.

Questo innovativo congegno verrà presentato venerdì 14 marzo alle ore 19 presso l'Hotel Atlantic di Borgaro Torinese dall'inventore stesso, Paolo Anglisani, in collaborazione con l’associazione C.P.A. (Caccia, Pesca e Ambiente) del Piemonte e con l’azienda Kekki di Livorno, leader nella produzione di carabine.

L'incontro sarà anche occasione per trattare, anche dal punto di vista legislativo, le criticità legate all'universo delle armi, con la possibilità di ascoltare dal vivo i racconti di amici cacciatori ed esperti di armi, che hanno vissuto sulla loro pelle incidenti ed esperienze uniche e indelebili.

Tra i relatori, anche Andrea Checchi, Amministratore Delegato e Responsabile Tecnico della Kekki Carabine Srl, Antonio Mura, presidente dell’associazione C.P.A. Piemonte, l’avv. Pierfranco Bertolino, penalista del Foro di Torino.

Per Paolo Anglisiani, inventore del Tutius:
"Si tratta di un dispositivo utilissimo che permetterà di ridurre del 70% il rischio che si verifichino tragici incidenti durante le battute di caccia, le esercitazioni militari e tutte le volte che l’arma ha il colpo in canna. Non vorrei più sentire di cacciatori che, attraversando un fossato o inciampando in un cespuglio o sul proprio cane, facciano partire inavvertitamente un colpo dall’arma carica ferendo chi sta accanto”.

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giovedì 14 marzo 2013

TASSE PAZZE: FERITA CIVILE

Penso che le tasse in Italia siano decisamente troppo alte e terribilmente squilibrate. E soprattutto finanzino una macchina pubblica costosa e inefficiente, che rifiuta ancora oggi ogni misurazione dei risultati e della produttività, e che per di più fornisce servizi inadeguati rispetto alle risorse utilizzate.

Negli ultimi anni si è creata una forte iniquità nel rapporto tra fisco e contribuenti: si è rotto il patto di convivenza su cui si fonda la comunità nazionale, che ha il suo pilastro nella ratio sancita dall'articolo 53 della Costituzione, secondo cui "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva". Non è più così, evidentemente. Infatti questa legge è abrogata di fatto dagli studi di settore, che invece indicano una quota predeterminata di imposte dovute da parte dei lavoratori autonomi. In particolare ciò che rende intollerabili gli studi di settore è che obbligano chi guadagna poco a pagare di più, mentre consentono a chi guadagna tanto di dichiarare di meno.

Io sono convinto che la causa di questa penalizzazione non sia il mercato, ma lo Stato! Uno Stato che pesa tantissimo, e lo si può constatare dall'eccessiva imposizione a carico dei nostri lavoratori dipendenti, le cui retribuzioni nette vengono abbattute dall'enorme cuneo fiscale e contributivo italiano (circa il 45% del costo del lavoro, ovvero la differenza tra lordo e netto in busta paga). A questo si aggiunga che gli italiani incassano ogni anno le retribuzioni medie più basse (stipendi e pensioni) tra i grandi Paesi europei (il 23% in meno per l'esattezza). Uno Stato che deve pagare ai propri fornitori circa 100 miliardi di euro (tra ritardi e credit crunch). Uno Stato che paga in media a 180 giorni, mentre la media UE è di 65.

Ecco perché le elezioni politiche che abbiamo appena lasciato alle spalle hanno indicato i temi delle tasse e della questione fiscale (Imu e condoni vari), del lavoro e della riscossione (Equitalia) come le "domande" principali degli italiani nei confronti della politica. E i partiti o i politici che ne hanno parlato in campagna elettorale sono quelli che hanno fatto registrare più successo in termini di consenso.

Un altro problema serio è che in Italia il prelievo fiscale non è solo eccessivo in termini assoluti, ma è soprattutto tragicamente squilibrato: pagano pochissimo o quasi nulla i possessori di grandi patrimoni immobiliari e finanziari, idem le holding e le società di capitali, mentre pagano molto i piccoli imprenditori con pochi dipendenti e moltissimo i lavoratori dipendenti e i pensionati. In Italia, dunque, il prelievo si concentra su pochi contribuenti: si tartassano i fattori produttivi - lavoro e capitale - e si tassa troppo poco patrimoni e rendite finanziarie.

Così il ceto medio italiano, fatto da una moltitudine di piccolissime imprese, è ormai impoverito e sfiduciato, si sente tartassato e tradito, cerca e non trova una vera rappresentanza politica dei propri interessi. Come rivelano i dati della CGIA di Mestre nel 2011 ben 11.600 imprese hanno chiuso i battenti: è il record storico negativo da quando esiste il Registro delle Imprese.

E' così si è creata questa "ferita civile", che se non viene rimarginata al più presto, espone a gravi rischi, di ogni tipo, la convivenza nazionale.

venerdì 11 gennaio 2013

ITALIA, PAESE IN VIA DI SVILUPPO

Ricordo quando l'Italia era la settima potenza economica al mondo e partecipava ai famosi G6, poi G7, poi G8, i forum, appunto, dei governi delle otto principali potenze più industrializzate del mondo (con Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada e Russia). 

Ricordo quando l'Italia possedeva un ricco patrimonio culturale, artistico, economico e d'immagine.  

Oggi l'Italia, colpita da una grave recessione e da una cattiva amministrazione a tutti i livelli, si può considerare molto più vicina ai paesi in via di sviluppo che alle grandi potenze economiche mondiali. 

Faccio questa affermazione a malincuore, perché sono un cittadino italiano e ho investito trenta anni di istruzione in questa nazione, ma i dati che apprendo tutti i giorni dalle TV e dai giornali sono inconfutabili e parlano chiaro.

La disoccupazione giovanile segna un record e stavolta è un massimo assoluto: col 37,1% è il tasso più alto di under 25 alla ricerca di un posto negli ultimi venti anni, dal 1992. 

I ragazzi abbandonano gli studi universitari senza portarli a termine, solo il 56% degli studenti riesce a laurearsi. 

La tensione sociale sociale è aumentata, con rivolte, scioperi e manifestazioni di protesta ogni giorno e tantissimi casi di suicidi tra imprenditori sul lastrico o con fallimenti aziendali alle spalle. 

Questo perché oltre un quarto degli italiani (28,4%) è a rischio povertà. 

I diritti delle donne non vengono rispettati, infatti nel 2012 più di 120 donne sono state uccise dai propri compagni, una ogni tre giorni. 

Una serie spaventosa di aumenti di imposte e tasse: conti correnti, canone Rai, multe e penali del codice della strada, Iva, benzina, bolli auto e nuove immatricolazioni, servizio posta, Tares (che sostituirà Tarsu e Tia), certificati penali, tariffe aeroportuali, Imu, ecc.... 

Il popolo italiano sperava che qualcosa cambiasse con le prossime elezioni, ma l'offerta politica è scadente e poco credibile e il sistema elettorale è rimasto il porcellum, che ci porterà un migliaio di parlamentari non scelti dai cittadini, che fingeranno di ascoltare i suggerimenti di tutti noi, ma poi faranno come sempre quello che vogliono!

Io vorrei un presidente del Consiglio che, fin dall'inizio, dicesse ai suoi ministri e ai partiti che lo sostengono: Cari signori, nonostante le diverse sensibilità presenti all'interno di questa coalizione, sappiate che quando non arriverete all'accordo fra voi deciderò io, scegliendo quella che a me parrà l'alternativa migliore per l'Italia!

Tutto ciò detto, meditate se l'Italia può ancora essere annoverata tra le 7 potenze economiche del mondo ... o è piuttosto un Paese in via di sviluppo.

martedì 4 dicembre 2012

IL 40% DI RENZI ... UNA VITTORIA SCHIACCIANTE!

 Certo il ballottaggio delle primarie del centro sinistra lo ha vinto Pierluigi Bersani, ma qualcuno aveva forse dei dubbi?

 Bersani aveva il sostegno degli altri tre candidati al primo turno, Vendola, Puppato e Tabacci, e con la netta chiusura a chiunque avesse fatto richiesta di inserimento al voto nel secondo turno, con oltre il 90% delle "giustifiche", pervenute da tutta Italia, respinte.

 Bersani inoltre per tutta la campagna elettorale ha potuto contare sull'apparato organizzativo e amministrativo del Partito, mentre a sostegno di Matteo Renzi si sono timidamente schierati appena 5 parlamentari.

 Pertanto Renzi ha affrontato da solo, a mani nude, con un camper, pochi euro donati da privati e un pugno di volontari, l'intera struttura del PD, con i suoi dipendenti, impiegati e funzionari, pagati dal partito e da folti squadroni di amministratori locali, oltre a enti vari e società partecipate.

 "Clienti" e politici cioè che da anni, per non dire da sempre, lavorano direttamente o indirettamente per il partito e per il suo segretario, dalla benevolenza del quale dipendono il loro stipendio futuro e la loro carriera.

 Per non parlare poi di Susanna Camusso, che ha spinto al massimo i motori dell'armata CGIL verso il voto all'ex ministro Bersani, esplicitandone le ragioni anche in tv e sui giornali.

 Per tutto questo, e altro ancora, considero il 40% di Matteo Renzi non solo un vero e proprio successo, ma anche un messaggio provvidenziale rivolto a tutta la sinistra: o adottano il principio dell'allargamento e dell'inclusione e rinnovano la classe dirigente, o saranno ancora per poco il primo partito italiano.








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